Scoperta nel settembre 2012 da due astronomi russi (Vitali Nevski e Artyom Novichonok) con il riflettore da 40 cm dell'International Scientific Optical Network (ISON) presso l'osservatorio di Kislovodsk (Russia), questa cometa desta subito l'interesse della comunità scientifica per il fatto che al perielio sarebbe passata molto vicino all'incandescente superficie solare, a circa 0.012 UA, cioè meno di 2 milioni di km.
La traiettoria e la curva di magnitudine dei mesi successivi alla scoperta alimentano la speranza che la cometa, passando così vicino al Sole, possa raggiungere luminosità molto elevate, tra la magnitudine -6 e la -10, rendendosi visibile anche in pieno giorno.
Queste stime hanno notevole risonanza nei media, dai quali viene impropriamente battezzata la cometa del secolo. Tuttavia, la realtà è ben diversa e già nei primi mesi del 2013 l'aumento di luminosità della cometa rallenta di molto, facendo correggere le stime al picco massimo di diversi ordini di grandezza, fino circa alla magnitudine 0.
Dopo l'estate del 2013 la ISON riemerge dalla congiunzione col Sole lanciata verso il perielio, previsto per il 28 novembre. La luminosità è sempre modesta, intorno alla magnitudine 12, con una piccola chioma e una coda appena accennata. La scarsa attività della cometa fa pensare che essa provenga dalla parte più interna della nube di Oort, e che questo sia il suo primo passaggio nella parte più interna del Sistema Solare.
Tra ottobre e novembre 2013 mi riesce difficile fotografare la cometa, poiché il tempo è sempre brutto e piovoso, e in più si sta abbassando velocemente verso sudest, che dalla mia postazione osservativa è coperto dalla casa. Riesco a fotografarla una prima volta da casa, la mattina del 18 ottobre con il CCD. Al momento è di magnitudine poco oltre la 10, con un accenno di coda. Purtroppo la posa è stata viziata da un mio errore, poiché l'ho effettuata con il filtro verde invece che quello di luminanza pura (L), quindi è stata raccolta molta meno luce.
La cometa ISON il 18 ottobre 2013. L'immagine è stata acquisita per errore attraverso un filtro G, producendo così un'immagine molto più scura della cometa. E stata calibrata, ma avendo dovuto tirare molto lo stretching per far venire fuori la cometa, questo ha reso evidenti anche altri artefatti.
Altri dati: CCD ST10-XME e RC GSO da 8 pollici, 11 x 90 s.
Nella seconda metà di ottobre tra impegni personali e tempo brutto non riesco più a fotografare la cometa, ma comunque mi mantengo sempre aggiornato sugli ultimi sviluppi. Un buco tra due perturbazioni tra il 31 ottobre e il 1° novembre mi permette di effettuare un'uscita osservativa in montagna sull'Appennino, in occasione della quale riesco a fotografare la ISON, che nel frattempo è arrivata alla magnitudine 9. Ora in fotografia mostra chiaramente una chioma di circa 1.5' e una coda di 20' (misurate sulla mia foto), che però non risulta osservabile visualmente al telescopio.
La cometa ISON il 1° novembre 2013. Cliccare sullimmagine per aprire una versione più grande con tutti i dettagli di ripresa.
Nel resto del mese di novembre non riesco più fotografare la cometa, che continua ad avvicinarsi al Sole e ad aumentare lentamente la propria luminosità, anche perché è talmente bassa sull'orizzonte est che non sono più in grado di fotografarla dalla postazione nel mio giardino. Comunque continuo a mantenermi aggiornato in tempo (quasi) reale, e tra il 13 e il 14 novembre viene segnalato un outburst della ISON che nel giro di due o tre giorni passa dalla magnitudine 7 alla 5 e mostra una coda con numerose strutture. Dopo il 22 novembre la ISON diventa invisibile, tuffandosi nel bagliore del mattino, e nei giorni successivi entra nel campo delle sonde solari (SOHO ecc.).
Tra il 27 e il 28 novembre finalmente la ISON si avvicina nella parte più interna del sistema solare per affrontare il perielio. Tutta la comunità di appassionati (incluso il sottoscritto :-) ) segue con apprensione il percorso della cometa, che nella fase avvicinamento al Sole aumenta di luminosità fino a causare del blooming nella camera della sonda. Le speranze iniziali si spengono ben presto, perché subito prima del perielio la cometa ha un inaspettato crollo di luminosità, e all'uscita dal perielio al suo posto si vede solo una nuvola biancastra che si disperde man mano che si allontana dal Sole. Purtroppo nei giorni seguenti falliscono anche i tentativi di rintracciarla nel crepuscolo mattutino, e ormai l'amaro verdetto è che la cometa si è dissolta nel ravvicinato passaggio vicino al Sole. :-(
Peccato, un'occasione persa per noi osservatori dell'emisfero nord, dopo che i nostri amici dell'emisfero sud si erano goduti nel giro di pochi anni lo spettacolo di ben due comete di notevole luminosità, la McNaught nel 2007 (che arrivò a brillare di magnitudine -6) e più recentemente la Lovejoy (C/2011 W3) che raggiunse la magnitudine -1. Speriamo bene che il futuro prossimo sappia ricompensarci!
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