Seppur con enorme ritardo, eccomi a condividere con voi la mia avventura di maggio 2023, quando sono andato in Namibia, come al solito a Tivoli Farm, per osservare e fotografare le bellezze del cielo australe.
Anche in questo caso, ho scelto di andare a maggio, che è il primo mese generalmente con meteo abbastanza stabile da giustificare un viaggio così impegnativo e costoso, con il vantaggio di offrire buone condizioni di visibilità per le costellazioni estive e autunnali dell’emisfero australe: Poppa, Carena, ecc. Questa era la seconda volta che andavo a maggio, dopo la mia spedizione di maggio 2021. Nei miei due primi viaggi (2011 e 2019) ero stato nel pieno dell’inverno australe (luglio/agosto), che è il cuore della stagione secca e il periodo meteorologicamente più stabile.
Miei compagni di viaggio due amici astrofili di lunga data: Luigi Fontana (mio compagno di viaggio nel 2011 e nel 2019) e Alessandra Bruzzi, anche lei astrofila da sempre, compagna di tante avventure, l’unica del gruppo effettivamente laureata in astronomia e come me socia dell’associazione astrofili Urania di Genova.
Il periodo scelto era centrato intorno alla luna nuova di maggio 2023 (prevista per il 22 maggio), e il periodo del nostro soggiorno era stato programmato dal 15 al 25 maggio: partenza dall’Italia il 14 con arrivo il 15, volo di ritorno il 25 con rientro definitivo in Italia il 26. Ambedue i voli con Lufthansa/Eurowings Discover da Milano con scalo a Francoforte.
A Tivoli Farm avevamo noleggiato una vasta gamma di strumenti per coprire tutto l’intervallo di focali dal campo largo fino al campo più stretto per foto più dettagliate. In particolare:
Setup | Montatura | Ottica | Camera | Dim. sensore | Campo (d) |
Largo campo | Losmandy G11 + FS2 | Obiettivo Nikon 300 f/2.8 ED | ASI 2600MM + filtri Baader | 23.5 x 15.7 mm (26 Mp) | 4.49 x 3.00 |
ASA 10” | AP Mach1 GTO | ASA 10” f/3.6 (900 mm) | ASI 6200MM + filtri Baader | 36.0 x 24.0 mm (61 Mp) | 2.29 x 1.53 |
ASA 12” | ASA DDM85 | ASA 12” f/3.6 (1080 mm) | ASI 6200MM + filtri Baader | 36.0 x 24.0 mm (61 Mp) | 1.91 x 1.27 |
Samyang 135 | SW Star Adventurer | Obiettivo Samyang 135 f/2 | ASI 071 MC Pro | 23.6 x 15.6 | 10.0 x 6.6 |
Le immagini acquisite con le prime due attrezzature sono in condivisione economica e organizzativa con Luigi al 50%, le restanti invece sono una mia iniziativa indipendente. Ciò è indicato nei crediti di ciascuna immagine.
Completano l’attrezzatura un astroinseguitore Skywatcher Star Adventurer portato da noi, più treppiedi fissi e fotocamere per foto di paesaggio e, ciliegina sulla torta, il noleggio di un dobson da 20” per osservazioni visuali. Il programma osservativo e fotografico era densissimo, e posso assicurare che gestire bene questo arsenale di strumenti è una vera sfida e richiede una organizzazione accuratissima!
Luigi ed io ci eravamo divisi i compiti come segue: lui si occupava delle riprese a largo campo con la Losmandy G11, io dei due astrografi e Alessandra, essendo la sua prima volta sotto il cielo australe, principalmente di osservazioni visuali con il dobson.
La figura sottostante mostra il densissimo programma di riprese. A dire il vero qualche intoppo lo abbiamo avuto, ma comunque abbiamo portato a casa comunque delle belle foto e soprattutto un bellissimo ricordo.
L’avversario numero 1 è stato il meteo. Il periodo immediatamente precedente il nostro arrivo (gran parte di aprile e l’inizio di maggio 2023) era stato caratterizzato da una situazione meteo insolitamente instabile per la stagione, con elevata copertura nuvolosa e precipitazioni superiori alla media. Purtroppo, questa tendenza è continuata anche per le prime due notti del nostro soggiorno (15-16 e 16-17 maggio) che sono state compromesse da cielo molto nuvoloso e anche da rovesci, uno dei quali iniziato nella prima parte della serata quando avevamo aperto gli osservatori in attesa di iniziare la nottata astronomica. Vi lascio immaginare la corsa frenetica alle prime gocce di pioggia per chiudere e mettere al riparo tutto!
Per fortuna, il meteo si è stabilizzato e le restanti otto notti sono state belle, anche se a tratti assai umide (condizione insolita un deserto!) e con diversi momenti di seeing scarso, il che è un problema se si usano strumenti di una certa apertura. Comunque, il buio di una notte nuvolosa nel cielo del Kalahari è da solo un’esperienza: quando è sereno, il cielo è sì molto scuro, ma comunque le stelle illuminano un po’ la scena, soprattutto se la Via Lattea è alta nel cielo; ma se è coperto, viene a mancare anche questa fioca luce e l’ambiente diventa nero pece oltre ogni immaginazione!
Dato che mostrare e descrivere tutte le foto e tutte le esperienze in una botta sola sarebbe troppo lungo e complicato, ho deciso di suddividere l’enorme bottino di questo mio viaggio in diversi articoli. Nel primo di questi articoli, che state leggendo, vi mostro e descrivo le foto ottenute con l’astrografo ASA da 10”.
Come già detto, io mi sono principalmente occupato delle due attrezzature a focale più lunga, incluso l’ASA da 10” di apertura e f/3.6 con una focale di 900 mm. La camera usata era la ASI 6200MM di Luigi, che inquadrava un campo di 2.3 x 1.5 gradi e una scala di immagine di 0.86 arcsec/pixel. Questo astrografo era pilotato da una montatura AP Mach1 GTO nell’osservatorio Aquarius il quale fino al 2020/2021 ospitava una montatura Fornax 51, più spartana ed essenziale, ma comunque efficace. Avevo usato questo osservatorio per la prima volta in occasione della mia prima spedizione a Tivoli Farm, nell’ormai lontano 2011.
Bisogna considerare che ad ogni mia nuova spedizione in Namibia entravano in gioco nuove variabili:
Con l’ASA da 10 pollici e la ASI 6200 MM di Luigi sono stati fotografati gli oggetti contenuti nella tabella sottostante. Le pose menzionate sono quelle effettivamente utilizzate nell’elaborazione, al netto di errori di qualunque tipo (guida, ecc.).
Object |
Type | Constellation | Exp/filters (min) |
Total exp. |
Abell 3526 | Galaxy cluster | Centaurus | L: 26 x 10 m
R: 5 x 10 m G: 5 x 10 m B: 4 x 10 m |
400 min = 6h 40m |
Messier 4 + Sigma Sco (Alniyat) | Globular cluster + emission nebula | Scorpius | H-alfa: 22 x 10 m
R: 15 x 10 m G: 16 x 10 m B: 15 x 10 m |
680 min = 11h 20m |
NGC 2736 | Supernova remnant | Vela | H-alfa: 8 x 10 m
OIII: 27 x 10 m R: 9 x 10 m G: 8 x 10 m B: 7 x 10 m |
590 min = 9h 50m |
NGC 5367 | Reflection nebula | Centaurus | L: 28 x 10 m
R: 4 x 10 m G: 4 x 10 m B: 3 x 10 m |
390 min = 6h 30 m |
NGC 6559 | Emission nebula + dark nebulae | Sagittario | L: 14 x 10 m
R: 4 x 10 m G: 3 x 10 m B: 3 x 10 m |
240 min = 4 h |
RCW 105 (aka Gum 51 | Emission nebula | Norma | H-alfa: 16 x 10 m
R: 9 x 10 m G: 9 x 10 m B: 8 x 10 m |
420 min = 7 h |
Vela SNR | Supernova remnant | Vela | H-alfa: 16 x 10 m
OIII: 36 x 10 m R: 7 x 10 m G: 7 x 10 m B: 5 x 10 m |
710 min = 11h 50m |
Solo con questo setup siamo a poco meno di 60 ore di posa.
Come si può vedere, si tratta di un campionario di oggetti abbastanza ben assortito. “Mattatore” del gruppo il resto di supernova delle Vele, che volevo fotografare a risoluzione piuttosto elevata dopo averne realizzato un mosaico a largo campo nel 2021. Di seguito una breve descrizione degli oggetti prima di farvi vedere le foto vere e proprie.
Abell 3526 è un ammasso di galassie nel Centauro situato a circa 170 milioni di anni luce, il cui membro più luminoso è NGC 4696, galassia ellittica di magnitudine 11. Tra le decine di galassie visibili nel campo, merita una menzione speciale NGC 4650, bella galassia a spirale barrata, vicino alla quale è situata NGC 4650A (PGC 42951), una galassia ad anello polare, dotata di un nucleo allungato e un anello di stelle giovani che passa per i poli del nucleo. Nelle vicinanze degna di nota anche NGC 4622A, galassia mista ellittica-spirale (PGC 42852+42845).
Messier 4 è un ammasso globulare e Sigma Scorpii (Alniyat) è una stella circondata da una bella nebulosa mista ad riflessione ed emissione (SH2-9 e LBN 1101, 1105 e 1106) fanno ambedue parte della regione di Rho Ophiuci. Questa zona di cielo, situata tra Scorpione e Ofiuco, include anche Antares, la stella più luminosa dello Scorpione, è in generale fotografata a largo campo ed è visibile anche alle nostre latitudini, sebbene assai bassa sull’orizzonte.
La Nebulosa delle Vele è un resto di supernova molto vasto (circa 8 gradi di diametro) posto nella costellazione delle Vele. Posto alla distanza di circa 800 anni luce e lasciato da una supernova esplosa circa 11000 anni fa, è una delle attrazioni principali della costellazione e contiene anche una pulsar, la Pulsar delle Vele. Parte di questo complesso nebulare è NGC 2736, detta anche Nebulosa Matita per la sua inconfondibile forma.
NGC 5367 è una brillante nebulosa a riflessione nella costellazione del Centauro, associata al “globulo cometario” CG12. I globuli cometari, nonostante il nome, non hanno a che fare con le comete, ma sono dense nubi di gas e polveri che ospitano intensa formazione stellare. Il loro nome è dovuto alla vaga somiglianza con una cometa, perché costituiti da una zona più densa da cui sembrano dipartirsi filamenti che si espandono in una direzione dominante come la coda di una cometa.
RCW 105, infine, conosciuta anche come Gum 51, è una nebulosa ad emissione nella costellazione della Norma. Si tratta di un oggetto piuttosto bello anche se largamente sottovalutato.
NGC 6559 è un complesso nebulare a emissione e riflessione poco ad est dell’arcinota M 8, la Nebulosa Laguna. Purtroppo l’inquadratura è stata completamente “ciccata”. Comunque, non essendo uscita poi così male 😊, quindi la pubblico comunque.
Per ora è tutto. Buon divertimento e alla prossima puntata! 😃
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