L’opposizione di Marte 2014

L’opposizione di Marte in questo 2014 ha visto il Pianeta Rosso nella costellazione della Vergine, ad una declinazione di circa -5 gradi, con una dimensione massima apparente di 15.1 secondi d’arco e un picco di luminosità pari a -1.5 m. Per le latitudini medie dell’Italia Settentrionale (~ 45 gradi), questa declinazione corrisponde ad un’altezza massima al meridiano di circa 40 gradi): considerato il seeing medio di questi ultimi anni, le circostanze geometriche non erano esaltanti, ma comunque sufficienti da meritare almeno un po di attenzione. Del resto, la prossima opposizione di Marte degna di una qualche interesse per le zona temperate settentrionali si verificherà soltanto nel 2020.

Dunque mi sono armato del mio fido C11, di un paio di telecamerine in B/N di buona qualità (ASI 120MM e iNova PLA-Mx, quest’ultima comprata usata a un ottimo prezzo), e naturalmente di molta pazienza, dato che il meteo e il seeing sono sempre l’incognita principale. Vediamo com’è andata!

La primavera, si sa, nelle zone temperate è sempre imprevedibile, e l’aprile del 2014 nel complesso non ha fatto eccezioni. Tuttavia non sono mancati i periodi di bel tempo, e cosa più importante questi periodi di bel tempo hanno offerto un seeing a tratti sufficiente per poter apprezzare e riprendere qualche dettaglio della superficie.

Nel complesso sono riuscito ad osservare Marte per cinque serate: 6, 10, 16, 22 e 23 aprile, usando la ASI e la iNova prevalentemente con un filtro IR pass (Schott RG 695), che oltre a mitigare un po’ gli effetti del seeing, permette di aumentare notevolmente il contrasto grazie al colore prevalente della superficie marziana. Sono anche riuscito ad effettuare alcune riprese in tricromia, anche se la resa è nettamente inferiore rispetto alle riprese monocromatiche con il filtro passa-IR. La serata con il seeing peggiore è stata sicuramente quella del 16 aprile.

Delle due telecamere, la i-Nova, che monta il sensore Sony ICX 618, è probabilmente un po’ più sensibile della ASI (che comunque per avere un sensore CMOS è un prodotto dal valido rapporto prezzo/prestazioni), ma avendo i pixel sensibilmente più grandi (5.6 um contro 3.75), per avere un disco del pianeta di dimensioni ragionevoli sul sensore, richiede di spingere molto con la lunghezza focale.

Dato che le dimensioni apparenti di Marte erano comunque piccole, tutte le mie riprese sono state effettuate col C11 portato a rapporti focali tra f/36 e f/46, pari a focali equivalenti comprese tra 10 m e quasi 13 m (!), con tutte le complicazioni del caso. Questi rapporti focali un po’ “atipici” sono stati ottenuti con una Barlow 3x della Televue, e poi aumentando ulteriormente il tiraggio tramite la ruota portafiltri e un tubo di prolunga.

Ecco di seguito alcune immagini, tra cui anche un’animazione GIF risultato del montaggio di sei filmati acquisiti la sera del 23 aprile 2014 che mostra la rotazione del pianeta in poco più di 20 minuti. I dati di ripresa sono riportati nelle didascalie di ciascuna immagine.

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