Skywatcher ED80 refractor preview

My Skywatcher ED80 refractor riding on my EQ6 mount. Also shown is a SW 70/500 guidescope.

E’ passato un bel po’ di tempo (in realtà, almeno quindici anni 😉 ) da quando i prodotti cinesi hanno fatto il loro ingresso nel mercato dei prodotti per l’astronomia amatoriale. All’inizio, le aziende euopeee, giapponesi ed americane fabbricavano in Oriente solo piccoli accessori come anelli adattatori, oculari, prismi con lo scopo di tagliare i costi. Successivamente, sono comparsi telescopi completi, come ad esempio economici rifrattori e riflettori di diametro fino a 150 mm; ad ogni modo, la produzione di telescopi di dimensione medio-grande e quelli di fascia alta era ancora saldamente in mano alle aziende Occidentali.

Tuttavia, dopo il 2000 questa situazione è cambiata in modo significativo: marche cinesi (in particolare la Synta) hanno iniziato a sfornare telescopi e montature di maggiori dimensioni. Benché la loro qualità sia notevolmente migliorata negli ultimi anni, è ancora molto indietro rispetto alle marche Occidentali più rinomate: tuttavia, il loro eccezionale rapporto prezzo/prestazioni permette ai novellini (o, più in generale, a tutti coloro che abbiano un budget ristretto) di entrare nel mondo dell’astronomia senza sborsare una fortuna.

Un paio di anni fa, la Synta ha introdotto dei nuovi rifrattori semiapo ED, di cui si vocifera siano, almeno otticamente, nella stessa classe di diversi produttori “tradizionali” (Vixen, TeleVue, ecc.) ma ad una frazione del loro costo. Essendo alla ricerca di un piccolo rifrattore portatile per cielo profondo e spedizioni “mordi e fuggi”, alcuni mesi fa il prezzo assai ragionevole e le recensioni positive mi hanno convinto a comprare uno Skywatcher ED80.

Questo breve articolo non intende essere una recensione esaustiva, dato che se ne trovano di complete e affidabili sia su Internet sia su riviste cartacee. Piuttosto, voglio condividere con voi le prime impressioni d’uso, dato che finora non ho avuto il tempo di provarlo sul campo in una notte osservativa.

Conosciamo il nostro ED80…

Conosciamo il nostro ED80…

Ho visto strumenti più leggeri di questo nella stessa classe di apertura: ad esempio i Borg, i William Optics od anche il Pentax 75 (che, in realtà, è 5 mm più stretto) sono molto più compatti, probabilmente anche a causa del paraluce retrattile. Il tubo dell’ED80 è dipinto con la classica finitura blu metallizato tipica degli Skywatcher finish. Già pochi minuti dopo aver maneggiato questo rifrattore, due problemi significativi saltano subito all’occhio:

  1. Lo scarsissimo focheggiatore Crayford, che è così lasco da non poter reggere un prisma e un piccolo oculare da 1.25″ senza scivolare. Questo è un problema ben noto ed è un chiaro indice di lavorazione meccanica approssimativa.
  2. La cella della lente non è collimabile.

Ci sono molti modi e articoli su come risolvere questo problema: essenzialmente, la soluzione consiste nel lucidare la parte piatta del tubo del focheggiatore. Ci ho provato anch’io, e devo dire che adesso il focheggiatore è molto più saldo. Naturalmente, per i pigri o quelli non particolarmente familiari col fai da te esiste una soluzione alternativa: sostituire l’intero blocco del focheggiatore con uno di migliore qualità disponibile da alcuni fornitori di terze parti (Baader, MoonLite, William Optics, etc.)

Anche il problema della collimazione della cella è stato risolto da alcuni astrofili. Le tre viti che uniscono il focheggiatore al tubo ottico hanno un certo gioco: quindi, possono essere allentate per consentire una collimazione fine. Una volta conseguita la collimazione, si aggiungono alcuni piccoli spessori di plastica tra il focheggiatore e il tubo ottico in modo tale da stabilizzarne la posizione, e infine si rende permamente la posizione stringendo nuovamente le viti.

Un piccolo test

Pur non avendo ancora fatto foto a lunga posa con il mio ED80, ho sfruttato la prima notte serena per effettuare uno star test, le cui immagini stranamente non si trovano facilmente su Internet. Nella stessa occasione, per avere un termine di paragone ho controllato anche il rifrattore 70/500. Tutte le immagini sono il risultato dell’allineamento e somma dei migliori 200 frame di un AVI di 400 acquisito con una webcam Philips ToUcamPro.

SW ED 80 and 70/500 refractors star test. All images were taken in May 2005 from downtown Genova, Italy. Please note that the bottom right part actually shows the out-of-focus image!

Dall’immagine di cui sopra possiamo ricavare facilmente le seguenti considerazioni:

  • Lo star test dell’ ED80 sembra abbastanza buono. Gli anelli di diffrazione, soprattutto quelli esterni, sono ben distinti, e l’aberrazione cromatica è molto contenuta.
  • Lo SW 70/500, al contrario, mostra chiaramente ottiche tensionate e una robusta quantità di aberrazione sferica e cromatica. In poche parole, fa schifo 😉

Devo ammettere che questi test mostrano chiaramente l’ottima qualità ottica dell’ED80, almeno per il prezzo che costa. Non mi preoccupa particolarmente la scarsa qualità ottica del rifrattore guida, dato che ciò non gli impedisce di essere usato per lo scopo per cui l’ho acquistato (indovinate… forse per guidare le foto a lunga posa? 😉 ). Non andate via, perché non appena riesco a provare seriamente questo rifrattore non mancherò di mettere i risultati su questo sito web.

Risorse

Di seguito alcune risorse e link che potrebbero tornae utili:

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My Skywatcher ED80 refractor riding on my EQ6 mount. Also shown is a SW 70/500 guidescope.

It’s been quite a while (actually at least fifteen years 😉 ) since chinese-made products hit the amateur astronomy market. At the beginning, only small accessories such as adapter rings, eyepieces, prisms and finders were made in the Far East by Japanese, European and American companies to cut down on costs. Then came low-end complete telescopes such as small department-store refractors and reflectors, up to 150 mm in aperture; anyway, medium- and high-end OTAs and mounts were still largely dominated by the same European, Japanese and American companies.

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