E’ tanto tempo che non aggiornavo il sito con un nuovo articolo e nuove foto. L’opportunità mi è offerta dalla cometa soprannominata “dei Neanderthal” dalla stampa generalista. Ovviamente i nostri antenati non c’entrano nulla, è probabile che l’abbiano vista come no: ipotesi che stuzzica l’immaginario collettivo, ma non verificabile. Il periodo orbitale in ingresso stimato di circa 50000 anni ne colloca il passaggio precedente ai tempi dei nostri predecessori, ma la verità è che ad andare così tanto indietro nel tempo si perde in precisione, così che non si può sapere se qualcuno l’abbia mai notata in cielo prima di noi. E per di più, a causa delle perturbazioni gravitazionali indotte dai corpi del sistema solare, la cometa sta ora viaggiando a una velocità leggermente superiore a quella di fuga, sicché il suo periodo orbitale in uscita è molto più lungo di 50000 anni: molto probabilmente non farà più ritorno.
Così, d’ora in poi in questo articolo, chiamerò questa cometa con il suo nome corretto: C/2022 E3 (ZTF). Scoperta giusto un anno fa grazie al sistema automatizzato Zwicky Transient Facility (ZTF, da cui anche il nome della cometa) ai primi di marzo 2022, le previsioni delle effemeridi davano il perielio il 12 gennaio 2023 a 1.1 UA (quindi più all’esterno dell'orbita terrestre), e la minima distanza dalla Terra il 31 gennaio 2023. Il periodo di migliore visibilità sarebbe andato dai primi di gennaio fino a metà febbraio, con la massima luminosità poco oltre la soglia di visibilità ad occhio nudo. Passando a declinazioni molto elevate, quasi vicino alla stella Polare, le condizioni erano ideali per osservatori posti nell’emisfero nord, dove nel periodo considerato sarebbe stata visibile praticamente per tutta la notte.
Come si sa, è sempre molto difficile prevedere il comportamento e la luminosità delle comete: a posteriori possiamo dire che la cometa ZTF ha rispettato le aspettative e le previsioni, superando anche se di poco la magnitudine 6 e rivelando alcuni dettagli soprattutto in fotografia con teleobiettivi e piccoli telescopi. I mesi di gennaio e soprattutto febbraio 2023 hanno offerto molte notti serene, che non mi sono certamente lasciato scappare.
Ecco il mio diario fotografico:
Contrariamente a quanto poteva sembrare dagli strombazzamenti di alcuni siti Internet, osservare la cometa ad occhio nudo non era affatto facile: bisognava sapere esattamente dove guardare ed era necessario trovarsi sotto un cielo limpido e buio. Sono riuscito a distinguere la cometa ad occhio nudo solo il 27 gennaio e il 31 gennaio. Essa appariva come una stellina dai contorni un po’ diffusi, specie con la visione distolta.
Da non perdere era l’evento dell’11-12 febbraio quando la cometa, solcando la costellazione del Toro, è passata prima vicinissimo a Marte, per poi successivamente formare uno spettacolare triangolo alto nel cielo invernale ancora insieme a Marte, Aldebaran e le Iadi.
Senza ulteriori indugi, ecco quindi una carrellata di foto, acquisite prevalentemente con camere a colori (Canon 6D o zwo ASI 071 MC Pro) e obiettivi di corta focale (tra i 135 e i 200 mm), oppure il mio Pentax 75 con i suoi 500 mm di focale. Il resto dei dati di ripresa è disponibile nella didascalia di ciascuna immagine cliccando sull’icona “I”. Tutte le foto sono state elaborate interamente in PixInsight. Risultano chiaramente visibili la coda di polveri (biancastra, più corta e “sventagliata”) e la coda di ioni, azzurrina, più sottile e diritta.
In alcune immagini la cometa esibisce persino un’anticoda:
E’ stato molto interessante e divertente seguire e fotografare la cometa nel suo percorso attraverso la volta celeste, anche se a volte a prezzo di notti insonni e al freddo invernale (fino a -13 C). Gli scatti con i teleobiettivi, in particolare il 200 mm, purtroppo soffrono della presenza di riflessi parassiti che non sono riuscito ad eliminare in fase di post-produzione intorno alle stelle più luminose ma soprattutto intorno a Marte.
Da segnalare, infine, la cattura di alcune galassie (NGC 5671 nota anche come PGC 51641, NGC 5620 e tante altre) vicino alla cometa, nell’immagine del 27 gennaio:
Gli oggetti PGC più deboli nell’immagine sopra arrivano alla magnitudine 17 nella banda B.
Nel complesso posso ritenermi soddisfatto di questa “scorpacciata” di comete. E speriamo vivamente che il futuro ci porti comete ancora più luminose!!
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